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15 aprile 2020

Parlano di noi: Pambianco – “Ravecca (Federfranchising) e il futuro: più margine di cassa”

«Già nelle prime settimane di emergenza la nostra rete è stata fortemente colpita da questa emergenza con significative ripercussioni in termini di fatturato soprattutto nelle aree più colpite, tra il 70 e l'80% in meno del fatturato dell'anno precedente», racconta Alessandro Ravecca, ceo di Cibiamogroup, società specializzata nella ristorazione veloce e presente nel mercato con diversi marchi, tra i quali spiccano La bottega del Caffè e Virgin Active Café. Gli store restano aperti, ovviamente a ritmo fortemente rallentato, nelle stazioni ferroviarie e nel travel retail. La società aveva chiuso il 2019 con 48 milioni di ricavi tra rete diretta e affiliati franchising. «Chiudere i punti vendita è stata una decisione difficile ma necessaria, che abbiamo preso ancora prima che venisse data la disposizione del Governo, per tutelare la salute dei nostri dipendenti e di tutti i nostri clienti», precisa Ravecca. L'emergenza sanitaria è arrivata in un momento favorevole e con diversi progetti in cantiere.

Cosa avete previsto per il 2020?

Abbiamo concluso il 2019 e iniziato il 2020 concentrandoci principalmente sulla rete esistente. È in corso, infatti, un importante processo di ristrutturazione, che prevede l'incremento dei punti vendita a gestione diretta ed un forte restyling delle unità che presentano l'immagine più datata. Anche se l'impegno maggiore è rivolto oggi a valorizzare la rete esistente, per quanto riguarda lo sviluppo - stiamo seguendo alcune trattative per unità ubicate all'interno di centri commerciali di nuova costruzione oltre ad alcune ricommercializzazioni di locali esistenti - tuttavia la situazione attuale ci induce a pensare che le tempistiche subiranno ritardi significativi. Anche in questo momento, continua il contatto con le proprietà commerciali e si prosegue con la valutazione di nuove proposte. Non escludiamo che possano aprirsi nuove opportunità e scenari, una volta che l'emergenza sarà rientrata.

Quali decisioni avete preso nell'immediato?

La chiusura prolungata di tutti i punti vendita della rete ha imposto il ricorso a misure straordinarie e ad azioni mirate in primis, alla salvaguardia dell'azienda: dall'attività di smart working, alla cassa integrazione oltre alle richieste di sospensione/dilazione dei pagamenti relativi agli affitti, per conto nostro e dei nostri franchisee, o dei finanziamenti in essere.

Lei è anche Presidente nazionale di Federfranchising. Come giudica la situazione generale del settore?

Il momento è estremamente delicato ed imprevedibile. Con la chiusura dei punti vendita, la nostra rete che è fatta da piccoli e grandi imprenditori ha visto azzerarsi completamente gli incassi trovandosi in una posizione di squilibrio rispetto alle scadenze ed agli impegni presi. È difficile prevedere come e quando ne usciremo, certo è che sarà fondamentale affrontare l'emergenza come un vero sistema, con la collaborazione di tutti gli operatori della filiera, dai landlords ai fornitori. Solo così la reazione sarà più veloce e si potranno limitare i danni, salvaguardando anche le realtà più piccole che oggi più che mai affrontano il problema di liquidità.

C'è qualcosa che avete imparato, da questa situazione certamente traumatica per tutti e che metterete in atto nel futuro?

Non si può essere pronti ad affrontare quanto ci sta accadendo, ma ne usciremo rafforzati e sicuramente un domani sapremo guardare le cose da una prospettiva diversa. Nel prossimo futuro proveremo ad adottare un atteggiamento ancora più prudente nella gestione degli aspetti prettamente finanziari, valutando anche di tenere un maggiore margine di casse per poter fronteggiare anche scenari di questo tipo. Da un punto di vista operativo, abbiamo sperimentato in modo sistematico lo smart working per il nostro team, fin dai primi giorni di emergenza, in modo da contenere la diffusione del virus, poter garantire l'operatività dell'azienda e consentire ai nostri dipendenti di lavorare in sicurezza, potendo assistere famigliari e affetti. Siamo molto soddisfatti dei risultati che stiamo ottenendo pertanto riteniamo che anche in futuro ricorreremo maggiormente, anche in situazioni non di emergenza, alle modalità di lavoro agile.

 

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